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            | fig. 
              1 Pier Giorgio De Pinto, Kyrie Eleison, 2002 Installazione 
              Boccheggiano, Grosseto, Chiesa di San Bartolomeo | 
           
           
            |  
              
             | 
           
           
            | fig. 
              2 Pier Giorgio De Pinto, Lyric Poetry, Progetto Sacer, 2005, 
              installazione presso Zò Caffè per la Rassegna GO to 
              Zò Bologna | 
           
           
            |  
              
             | 
           
           
            | fig. 
              3 Federico Gori, Sette Bandiere per il Bacchino, 2002, Installazione 
              Prato, Palazzo Comunale | 
           
           
            |  
              
             | 
           
           
            | fig. 
              4 Federico Gori, Zerkalo, 2005, Frame da animazione video | 
           
           
            |  
              
             | 
           
           
            | fig. 
              5 Manuela Menici, Più ore d'amore di quanto si possa ripagare, 
              2003, Installazione Firenze, Villa Vogel | 
           
           
            |  
              
             | 
           
           
            | fig. 
              6 Manuela Menici, Constellations Performance, 2004, 
              Ballerina Erika Faccini, direzione artistica Virgilio Sieni, CANGO 
              Cantieri Goldonetta Firenze | 
           
           
            |  
              
             | 
           
           
            | fig. 
              7 Gerardo Paoletti, I pesci non portano fucili, 2003, Installazione 
              Giardino di Spoerri, Grosseto, Seggiano | 
           
           
            |  
              
             | 
           
           
            | fig. 
              8 Gerardo Paoletti, A me la pasta, 2003 | 
           
           
            |   | 
           
           
            | foto 
              cortesia autori | 
           
           
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            Il luogo dell'artista contemporaneo sembra essere diventato quello 
            dei premi e dei concorsi artistici. I premi dell'arte sono divenuti 
            campo di selezione feroce per attribuire un valore agli autori e alle 
            opere del presente. Guardati con sospetto e mal tollerati dalla contestazione 
            culturale degli anni sessanta, dagli anni ottanta ad oggi sono stati 
            praticati in buona parte del pianeta. Quando partono con tutte le 
            migliori intenzioni, si affermano come occasione di riflessione, nel 
            tentativo di attribuire un valore e un criterio di selezione che spesso 
            risulta debole. In assenza di un criterio forte ciò che premia 
            è la professionalità, se il sistema dell'arte di riferimento 
            è protetto da soggetti culturali di un certo spessore, quali 
            istituzioni, enti e fondazioni, mentre si afferma la mediocrità 
            se a muovere le fila sono quelle realtà locali che non vengono 
            supportate adeguatamente a livello culturale e disperdono le energie 
            in una mentalità provinciale che relega l'arte alla pura decorazione 
            e alla modalità dei soliti nomi in un business a circuito 
            chiuso. 
             
            L'arte non è una categoria definita; l'arte riguarda il rapporto 
            spazio-tempo, si produce nel presente ma il suo valore si attribuisce 
            a posteriori. L'eclettismo contemporaneo ha prodotto uno slittamento 
            di interesse dall'opera all'artista: non essendoci più una 
            prevalenza di stile, egli si muove attraverso un modo di procedere, 
            una serie di strutture concettuali che stabiliscono le basi dell'opera 
            stessa e ne formano la sua poetica. Attraverso questa modalità 
            il valore assegnato viene stabilito dal processo, dal modo di pensare 
            più che dal quadro, dall'oggetto, dalla fotografia, dal video, 
            dall'installazione, dalla performance o da altre forme o materiali 
            non convenzionali. 
             
            Il sistema dell'arte prevede un tam-tam monotono e ripetitivo che 
            raccoglie consensi nella cerchia ristretta degli addetti ai lavori, 
            dove vengono premiati nomi omologati al suo interno senza il coraggio 
            di osare. 
             
            Nel panorama artistico contemporaneo il vasto pubblico a volte può 
            apparire disorientato di fronte all'incomprensibilità di certi 
            linguaggi o alla stravaganza delle forme, ma tutto questo è 
            il risultato di un progetto consapevole e perfettamente in sintonia 
            con il tipo di lavoro che si vuole proporre all'attenzione. L'arte 
            all'interno di questi progetti dovrebbe coinvolgere il tessuto culturale 
            e sociale delle città, attraverso le istituzioni, le gallerie, 
            i committenti, mentre gli artisti, secondo una buona prassi, dovrebbero 
            sottolineare i fermenti e le idee, trasmettere una poetica, la testimonianza 
            di una presenza culturale del tempo presente. 
             
            Il lavoro dell'artista si riferisce all'esistenza e testimonia le 
            circostanze culturali e sociali, ma nello stesso modo interagisce 
            all'interno di un mercato che esercita una pressione e una richiesta 
            di efficienza in rapporto a prodotti culturali di successo finanziario. 
             
            Il sistema dell'arte occidentale ha dato vita ad un'arte socialmente 
            pertinente elevando e disarmando negli ultimi anni i contenuti culturali 
            e politici come prodotto culturale. 
             
            L'aggettivo politico diventa trend, si assiste alla sua estetizzazione 
            all'interno dei progetti curatoriali d'arte e di cultura. In questa 
            nuova situazione l'artista non è più il personaggio 
            ingenuo e bohémien ma una figura professionale nel modo 
            di presentare il suo lavoro attraverso un progetto, una strategia 
            di marketing, un brand. 
             
            In Italia le istituzioni non tutelano adeguatamente il lavoro creativo 
            dei "giovani". Gli artisti italiani partono svantaggiati 
            rispetto agli artisti stranieri che possono contare su un sistema 
            culturale, politico ed economico più forte e protettivo. Nel 
            nostro Paese vi sono scarse politiche culturali a sostegno dell'arte 
            contemporanea e il pubblico dell'arte, che frequenta mostre e fiere, 
            si muove nel contesto di un mercato che oscilla tra cultura finanziaria 
            e dibattito culturale dove fa la parte del padrone il collezionismo 
            privato. Qualche volta le fondazioni sono coinvolte in progetti che 
            riguardano l'arte moderna e contemporanea, ma spesso per opere di 
            restauro e manutenzione, mentre dovrebbero finanziare anche progetti 
            culturali e ricerche, progetti indipendenti per la promozione della 
            cultura nelle città. 
             
            Le istituzioni museali, inoltre, si trovano a gestire poche risorse 
            e molte opere delle collezioni permanenti parcheggiate in cantina 
            in attesa di collocazione. 
             
            Il museo d'arte contemporanea dovrebbe assumere una specifica funzione 
            sociale nel mettere in evidenza i valori che l'arte genera anche in 
            rapporto al territorio, inteso non solo come spazio geografico in 
            senso lato, ma anche come spazio di politiche culturali locali; in 
            questo senso potrebbe servirsi dell'arte per attivare un processo 
            di trasformazione e di ricostruzione dei valori, della simbolizzazione 
            e della sacralizzazione del presente, tutto a vantaggio di una politica 
            e di una economia che dia impulso alla crescita sociale, alla identificazione 
            e allo sviluppo intellettuale degli individui. Nell'epoca della "post-modernità" 
            e della "globalizzazione" l'arte può servire 
            a connotare con maggiore identità i luoghi all'interno dei 
            loro processi formativi e di produzione. 
             
            Le politiche culturali, affermandosi in rapporto alle risorse economiche, 
            attivano procedimenti simbolici e organizzativi che caratterizzano 
            di significazione lo spazio esterno. 
             
            La maggiore complessità culturale si afferma all'interno delle 
            città dove convivono una grande varietà di fenomeni 
            collettivi e individuali, culture contrastanti e interconnesse, subculture 
            giovanili e spazi creativi autogestiti. 
             
            La cultura assume come luogo di produzione l'ambito urbano che si 
            qualifica come il "luogo immaginario della cultura globale 
            e locale". 
             
            L'associazione e l'identificazione della cultura urbana con la cultura 
            giovanile e di tendenza diventa automatica e definisce tutta una serie 
            di linguaggi e di sperimentazioni che divengono spesso oggetto di 
            riconversione e di saccheggio in termini di mercato di uno stile nato 
            al di fuori e, il più delle volte, contro il sistema. 
             
            Cosa si nasconde e cosa si vuole intendere con l'etichetta di arte 
            giovane? L'arte giovane riguarda l'età anagrafica degli artisti 
            o si riferisce piuttosto alle modalità operative nuove in rapporto 
            al tempo e alla cultura contemporanea ? 
             
            Il sospetto nasce da come questo concetto viene espropriato, strumentalizzato, 
            sottoposto a indagini e da come venga applicato in maniera parodistica 
            ad ogni età e percorso artistico. 
             
            L'arte giovane in questi casi corrisponde solo ad un'etichetta basata 
            su meccanismi funzionali a dettare le regole di una filiera basate 
            sulla capacità di negoziazione dell'artista in rapporto a vari 
            soggetti di promozione della politica e del mercato. 
             
            L'arte giovane all'interno di questo modello rischia di divenire uno 
            strumento per veicolare l'idea di un nuovo apparente, ma poi sortire 
            qualcosa che non cambia, non si modifica, non entra in relazione, 
            se l'artista non stabilisce un meccanismo di difesa rispetto al proprio 
            lavoro e a come questo viene veicolato all'esterno. 
             
            In una società mediatizzata dalle immagini dello spettacolo 
            e della pubblicità, dove gli aggettivi di "bellezza" 
            e "gioventù" sono sinonimi di successo e ricchezza, 
            l'artista si trasforma nel simulacro di se stesso, all'interno di 
            un circuito economico e politico che lo replica all'infinito. Solo 
            attraverso le armi del distacco, dell'ironia e dell'ambivalenza nei 
            confronti del sistema istituzionale l'artista potrà operare 
            uno scarto, un corto circuito rispetto alle regole corporative e/o 
            dominanti per recuperare la possibilità di riempire di significati 
            gli oggetti, i segni, le figure, trasformate in una moltitudine di 
            simulacri significanti secondo una proiezione della propria coscienza 
            e del proprio sentire. 
             
            Un gruppo di artisti che opera a Venezia ha dato vita, in maniera 
            ironica e provocatoria, al progetto "Casting", un 
            concorso per artisti visivi dove i candidati sono stati valutati attraverso 
            tutti i procedimenti tipici dei programmi televisivi di successo. 
             
            Il vincitore del concorso sarà pubblicizzato con un manifesto, 
            accompagnato da uno slogan rappresentativo, sui muri di Venezia durante 
            il vernissage della Biennale di Venezia 2005, al quale parteciperà 
            come icona vacante e vagante, forte solo della sua capacità 
            relazionale e di intrattenimento. Il suo lavoro non sarà visibile 
            né potrà essere oggetto di indagine o di interesse. 
             
            È evidente che con tale strategia, pubblicizzata anche su riviste 
            specializzate come Flash Art 1, 
            gli organizzatori hanno voluto proporre una riflessione sul valore 
            dell'arte nel sistema contemporaneo in rapporto all'immagine dell'artista 
            attraverso l'universo mediatico. Tutto ciò ha portato inevitabilmente 
            a constatare l'importanza e la visibilità della persona, il 
            personaggio con le sue capacità relazionali rispetto all'opera 
            d'arte. In questo senso si produce un meccanismo in cui l'arte è 
            affidata ad artisti visivi che esistono solo in rapporto ad un meccanismo 
            economico di industria culturale: "è il momento dell'opera 
            d'arte nel tempo della riproducibilità tecnica ... degli artisti" 
            2. 
             
            Riflettendo in maniera consapevole sulle dinamiche e sulla politica 
            dell'arte attraverso l'indotto economico che qualifica l'opera in 
            prodotto e profitto, c'è da chiedersi attraverso un dibattito 
            culturale qual è il senso ed il valore dell'opera e qual è 
            il ruolo dell'artista nella società contemporanea. 
             
            L'arte riguarda il territorio e la sua produzione culturale. Il territorio 
            non esiste in natura in quanto è da intendere come un prodotto 
            storico di un processo dinamico di stratificazioni che riguardano 
            l'ambiente e l'uomo, la natura e la cultura. 
             
            I concetti di politica culturale e di territorio nello spazio contemporaneo 
            appaiono così interconnessi e dettati da condizioni di reciprocità 
            che non è facile dedurre quanto siano le logiche di sistema 
            a determinare una politica culturale di qualificazione territoriale 
            oppure il territorio stesso che ha in sé i presupposti divenendo 
            strumento di sviluppo verso nuove forme di identità. L'azione 
            dell'artista è destinata ad uno spazio sociale, quindi l'arte 
            influisce sul rapporto, sull'equilibrio e sulle funzioni dei due termini 
            del discorso. 
             
            L'artista attraverso la pratica dello spostamento ha costruito il 
            senso dell'azione nell'ambivalenza, rifuggendo dal rischio del politicamente 
            corretto e dalle buone intenzioni, ormai associate a connotazioni 
            false e buoniste. 
             
            Il piano dello spostamento consiste nella ricerca di uno spazio collaterale 
            che non ricerchi il conflitto diretto con lo spazio istituzionale 
            ma crei spazi impropri per destabilizzare e creare esperienze di riflessione 
            e responsabilità. Dall'autonomia dell'oggetto degli anni '80 
            si è passati alla specificità dello spazio espositivo 
            negli anni '90 creando una direzione artistica verso territori non 
            deputati all'arte. 
             
            L'artista da eroe romantico si è trasformato in stratega del 
            proprio ruolo all'interno del mercato e della società. Egli 
            ha assunto nuovi modelli comportamentali, identità multiple, 
            identità nomadi, relative alla propria esperienza e/o al proprio 
            corpo, alla cultura, alla realtà tra storia e progetto virtuale. 
            Attraverso lo sconfinamento dei linguaggi sia tecnico-formali che 
            teorici l'esperienza, fluida e mutante, stimola processi di cambiamento 
            percettivo dello spazio sociale e degli stereotipi codificati. 
             
            "L'artista arriva nel luogo della prossima mostra, si guarda 
            rapidamente intorno, cerca il possibile punto di crisi, fa la sua 
            proposta e se ne va. Tutto questo non ha in sé niente di sbagliato, 
            è segno dei tempi, ma è un segno di difficile decifrazione" 
             3 
             
            L'opera d'arte esiste in rapporto al contesto e alla sua capacità 
            di opporre resistenze e presenze destabilizzanti al suo interno. Il 
            lavoro dell'artista funziona in rapporto alla capacità di produrre 
            interrogazioni, racconti e riflessioni di partecipazione esperenziale: 
            il dibattito, l'interazione e la fruizione. La sua funzione non può 
            essere frivola o meramente decorativa, ma attraverso il rituale deve 
            rappresentare il proprio tempo promuovendo un processo di evoluzione 
            della visione del mondo. 
             
            L'attuale sistema dell'arte - gallerie, musei e riviste d'arte ufficiali 
            - è inadeguato e pretestuoso, maschera un certo disagio nel 
            pubblico che determina confusione e false interpretazioni. Per chi 
            crea l'artista ? Per sé, per il gallerista o per il collezionista 
            ? Bisogna smascherare una certa dittatura, travestita da "critica 
            della società dei consumi" e supportata da cataloghi e 
            riviste d'arte "troppo" specialistiche, strumentalizzate 
            politicamente o pagate con i soldi dei mercanti. 
             
            L'ironia e il cinismo nell'archeologia del presente diventano un metodo 
            di contenimento e di difesa rispetto all'accademismo e alla burocrazia 
            istituzionale. Il cinismo si afferma come ontologia benefica per operare 
            il distacco e lo straniamento linguistico per un'etica della resistenza 
            contro la banalità e il terrore in cui viviamo. 
            Il postmodernismo ha messo in evidenza i limiti dell'oggetto in un 
            sistema autoreferenziale dove da condizione e mezzo si è trasformato 
            in fine a se stesso. 
             
            La crisi nel sistema economico occidentale, l'integralismo religioso 
            e le probabili lotte per il potere nel nome dell'integrità 
            dell'io, hanno determinato una situazione estremistica di incertezza 
            e smarrimento dell'uomo contemporaneo. 
             
            La difesa del capitale ha legittimato l'imperialismo ad utilizzare 
            la repressione e la guerra come metodo per ottenere il consenso e 
            stabilire il controllo. 
             
            "C'è qualcosa che occorre dunque imparare. Salvifico 
            è l'abbandono. Salvifica è la dimenticanza. Salvifica 
            la disidentità, nel contatto con l'altro biologico, etnico, 
            macchinino, biotico, immaginario. E questo è l'esercizio a 
            cui ci addestrano gli artisti ..." 4 
             
            Il lavoro degli artisti più impegnati nella ricerca e nei linguaggi 
            non convenzionali pone le basi su riferimenti storici dell'arte d'avanguardia 
            che vanno oltre il semplice utilizzo dei mezzi convenzionali, quali 
            la pittura e la scultura e riguardano la fotografia, la videoarte, 
            l'arte digitale ed elettronica: terreno, questo, ricco di ibridazioni 
            che dà vita ad altre forme di espressione artistica basate 
            sul comportamento e sulla comunicazione. 
             
            L'arte elettronica e multimediale ha maggiormente modificato la riflessione 
            tra arte e pubblico, artista e opera, metodologie di analisi e di 
            interpretazione critica. Si tratta di una nuova cultura in cui il 
            valore sociale risulta implicito nelle sue possibilità di incontro 
            e crescita con il pubblico. L'ambito in cui quest'arte si è 
            formata e nutrita è quello degli orientamenti culturali delle 
            neoavanguardie degli anni sessanta e settanta che non consideravano 
            più l'oggetto o il quadro come forma d'arte esclusiva, ma ritenevano 
            l'arte una forma di azionismo o di situazionismo in rapporto agli 
            oggetti, all'ambiente e al proprio corpo. 
             
            Gli artisti, oggi, praticano un valore della comunicazione estetica 
            attraverso le forme e i linguaggi più inusuali che vanno dalla 
            performance, alla pop art, alla body art in un 
            continuo di riferimenti dagli anni sessanta al postmoderno. 
             
            Il rapporto dell'arte con la tecnologia ha modificato i parametri 
            del "fare artistico": l'elettronica e il digitale 
            hanno prodotto artisticità modificando il rapporto percettivo 
            con la realtà. 
             
            Walter Benjamin in L'opera d'arte nell'epoca delle sua riproducibilità 
            tecnica aveva affrontato il problema delle modifiche apportate 
            dalla tecnologia al concetto di valore artistico. Il carattere innovativo 
            della riproducibilità ha determinato la perdita dell'unicità 
            passando a un'arte la cui funzione sociale diventa fondamentale in 
            rapporto all'esistenza di uno spazio ricettivo e di un pubblico. Risultano 
            sintomatici in questo senso tutta una serie di eventi che si sono 
            succeduti negli ultimi anni con temi e contenuti la cui connotazione 
            "sociale" e "politica" si chiarisce già 
            da alcuni slogan-manifesto, come ad esempio la Biennale di Venezia 
            5 
            (2003) con "la dittatura dello spettatore" e "stazione 
            utopia", Documenta XI (2002), ma anche Documenta X (1997) 
            che ha messo in evidenza le strategie capitalistiche con una serie 
            di manifesti di Hans Haacke 6 
            "Standortkultur" (La Cultura Corporativa) sottolineati 
            dallo slogan "Wer das Geld gibt, kontrolliert" (Colui 
            che dà il denaro, controlla) citazione della dichiarazione 
            di Hilmar Kopper della Deutsche Bank 7. 
             
            Il problema dell'arte, posto in termini educativi, coinvolge necessariamente 
            la sua dimensione storica relativa ad un discorso di alfabetizzazione 
            iconica: la storia del linguaggio delle immagini in relazione ai mass-media. 
            Le immagini possiedono una loro cronologia storica al servizio del 
            settore economico e politico gestito dalle varie figure professionali 
            che hanno determinato la prospettiva di ricerca e di memoria. Esse 
            assumono una funzione e un significato nel corso del tempo in rapporto 
            alle esigenze di una società che si trasforma. Quando si parla 
            di arte e di immagine, si pensa abitualmente a un linguaggio legato 
            ad una espressione pittorica e a tecniche affini, ma non alla comunicazione 
            in generale. L'immagine con la riproduzione tecnica ha prodotto una 
            grande prospettiva e la rivoluzione mediologica ha permesso lo sviluppo 
            di una cultura e di un'arte popolare. La pubblicità ha utilizzato 
            tutti i riferimenti linguistici dell'arte moderna per sedurre e rappresentare 
            divenendo "più reale del reale". Il mondo 
            della pubblicità si è sovrapposto al mondo dell'arte 
            e del mercato. Oggi tutto viene veicolato dal linguaggio delle immagini 
            e della pubblicità, che rappresenta la struttura di divulgazione 
            di un artista e della sua opera all'interno del sistema dell'arte. 
             
            I musei, le gallerie, le grandi manifestazioni espositive, le fiere, 
            i collezionisti, le aziende, le banche e le istituzioni rappresentano 
            un network a circuito chiuso che produce e pubblicizza eventi 
            coerenti, politicamente corretti e funzionali a palinsesti economicamente 
            forti. 
             
            L'opera d'arte viene determinata da un insieme di fattori in cui l'artista 
            è solo un elemento all'interno della production della 
            merce culturale. 
             
            Il direttore di un museo e i curatori di una mostra stabiliscono e 
            condizionano l'arte contemporanea, il progetto stesso di un artista 
            prevedendo cosa vorrebbero vedere. 
             
            Il critico d'arte è stato sostituito dal curatore, colui che 
            regola potere e parole. 
             
            In questo panorama qual è la massima aspirazione per un artista? 
            Il successo come forma di salvezza. 
            "... in Italia quello che crea la differenza tra i livelli 
            di successo, di costruzione della carriera di un artista, del potere 
            di promozione e contrattuale non è più la garanzia di 
            offrire dei valori a lunga gittata, ma la pianificazione museale" 
            8. 
             
            Non c'è nessuna illusione duchampiana di impegno mantenuto 
            al di fuori, l'artista fa ormai parte del sistema informativo, "i 
            poteri mediologici filtrano i saperi artistici e ne determinano le 
            sorti". 
            Il museo d'arte contemporanea come laboratorio e luogo di ricerca 
            e di esposizione di idee si apre al mercato, alle esportazioni, alla 
            formalizzazione di tendenze confezionate a cura dei direttori e dei 
            curatori manager. Il museo conferma il successo di un artista 
            arricchendo la collezione permanente con una sua opera e in questo 
            modo sancisce le scelte ed il potere di mercato grazie, anche, all'aiuto 
            di mercanti e collezionisti. 
             
            Si crea così una rete di promozione dove i curators 
            rappresentano la figura di collegamento tra pubblico e privato. 
             
            Il curator è nato proprio da una esigenza e un bisogno 
            di curare le public relations tra le gallerie e i musei, tra 
            i finanziamenti pubblici e privati e le istituzioni, per gestire eventi 
            locali e grandi manifestazioni. Egli diventa il garante di progetti 
            culturali e della loro riconversione in termini di marketing 
            e di economia nei confronti di tutti gli attori e i meccanismi strutturali 
            che li sostanziano. E' un ideatore di percorsi espositivi che abbiano 
            un senso, in una sequenza ben articolata finalizzata a coinvolgere 
            l'interesse di un pubblico nei confronti del contemporaneo. 
             
            In questo senso il curatore ha una funzione culturale, ma soprattutto 
            politica ed economica, è "... come un buon alchimista" 
            - afferma Sergio Risaliti, curatore indipendente - che cerca "...di 
            equilibrare queste forze all'interno prima di tutto di se stesso, 
            della sua disciplina e delle sue scelte". 
             
            Le sue mostre sono già un opera in sé che contiene tutte 
            le altre: la figura di curatore si identifica con quella di autore. 
             
            "Ogni mostra può essere considerata un'opera: io firmo 
            le mie mostre ..." 9 
            Malgrado questo disegno sistemico i musei e le gallerie cominciano 
            a dare segni di scompenso, le fiere d'arte rimangono in una posizione 
            di instabile precarietà confermandosi come eventi di promozione 
            e di commercializzazione; occorrono all'orizzonte nuove forme organizzate 
            e nuovi valori. 
             
            Lo sviluppo delle reti telematiche porterà sicuramente linfa 
            nuova e più democrazia nel sistema dell'arte, restituendo attenzione 
            al lavoro dell'artista, al dialogo con lo spettatore che potrà 
            scegliere che tipo di arte vuole indossare. 
             
            L'arte sarà sempre di più un'attività culturale 
            indirizzata verso una maggiore cerebralità, cercando di realizzare 
            l'idea duchampiana di un'arte che scavalca i luoghi deputati del potere. 
            Questa interpretazione dell'attuale sistema dell'arte, come operazione 
            di lettura e decodificazione in base all'aspetto sociologico del mercato 
            e delle sue potenzialità, anche se parziale e non esaustiva, 
            indubbiamente è utile per fare un bilancio provvisorio. 
             
            È opportuno e necessario, inoltre, pensare ad un approfondimento 
            di tematiche sulla contemporaneità, che tengano conto della 
            memoria storica del territorio, oltre ad una interpretazione politica 
            ed economica dei segni. 
             
             
            Grazie a Pier Giorgio De Pinto, Federico Gori, Manuela Menici e 
            Gerardo Paoletti per la testimonianza del loro lavoro come documentazione 
            iconografica in parallelo al testo, ognuno in maniera autonoma e nel 
            proprio specifico. 
            La ricerca di questi artisti non è esemplificativa rispetto 
            al commento critico, ma vuole essere una testimonianza di presenza 
            qualificativa, condivisa, di una realtà artistica e del territorio. 
           
         
         
          NOTE 
           
          1 
          Cfr. IB, VENEZIA, Il culto della personalità: e l'opera ?, in 
          "Flash Art", n. 251, Milano, aprile-maggio 2005. 
          2 
          SIGOLO, ALFREDO - Critico d'arte, Casting Live /16 febbraio 2005. 
          Cfr. http://www.artcasting.net/cast.alfredo.html 
          3 
          SACCO, PIER LUIGI, Rembrant SpA, in "Work" n. 12, Trento, 
          2005, p. 24. 
          4 
          BIFO BERARDI, FRANCO, Postfazione. L'angelo timido della vertigine pallida, 
          in Identità mutanti. Dalla piega alla piaga: esseri delle contaminazioni 
          contemporanee di Francesca Alfano Miglietti (FAM), Milano, Bruno Mondadori, 
          2004, pp. 200-2001. 
          5 
          LA BIENNALE DI VENEZIA. 50. Esposizione Internazionale d'Arte. http://www.labiennale.org/it/arti-visive/mostra/ 
          http://www.labiennale.org/2003/it/arti-visive/mostra/presentazione_bonami/ 
          6 
          HAACKE, HANS, Artist biography and art. 
          http://www.dialnsa.edu/iat97/Documenta/haacke.html 
          http://www.the-artists.org/ArtistView.cfm?id=8A01F55A-BBCF-11D4-A93500D0B7069B40 
          7 
          KLARTEXT !, The Status of the Political in Contemporary Art and Culture, 
          Ciclo di conferenze dal 14 al 16 gennaio 2005, Kunstlerhaus Bethanien 
          and Volksbuhne am Rosa-Luxemburg-Platz, Berlin. 
          Cfr. http://klartext-konferenz.net/about.html 
          8 
          PERRETTA, GABRIELE, Nuova vita o nuova morte del sistema dell'arte ? 
          Un declino che viene da lontano, in Art.comm. Collettivi, reti, gruppi 
          diffusi, comunità acefale nella pratica dell'arte: oltre la soggettività 
          singolare, Roma, Cooper & Castelvecchi, 2002, p. 239. 
          9 
          RISALITI, SERGIO, Scuole o Musei, la formazione dei curators, con Maria 
          Grazia Messina, in AA. VV., La sfida del contemporaneo. Spazi e prospettive 
          di formazione, Seminario, incontri a cura di Maria Grazia Messina, TRA 
          ART, Firenze, 2003. 
          Cfr. http://www.cultura.toscana.it/artecontemporanea/documenti/risaliti.pdf 
         
          BIBLIOGRAFIA 
           
          AA. VV., Politica culturale e territorio, giornata di studio a cura 
          di Daria Filardo e Gino Gianuizzi, Galleria NEON>Campobase / Università 
          di Firenze, documentazione cartacea fornita dai relatori a supporto 
          degli interventi, Bologna 9 aprile 2005. 
           
          AA. VV., Gemini Muse. Giovani artisti nei musei italiani, Torino, Arti 
          grafiche Pozzo Gros Monti Moncalieri, 2002. 
           
          AA. VV., On air: video in onda dall'Italia, a cura di Andrea Bruciati, 
          Galleria Comunale d'Arte Contemporanea di Monfalcone (GO), 2004. 
           
          BENJAMIN, WALTER, L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità 
          tecnica, ed. it. Torino, Einaudi, 1966 (ediz. orig. 1955). 
           
          BIFO BERARDI, FRANCO, L'angelo timido della vertigine pallida, op. cit. 
           
          BONAMI, FRANCESCO (a cura di), Exit. Nuove geografie della creatività 
          italiana, Milano, Mondadori, 2002. 
           
          CORA', BRUNO - RISALITI, SERGIO - TAZZI, PIER LUIGI, Networking. Giovani 
          artisti in Toscana, Firenze, Edizioni Polistampa, 2002. 
           
          DE PAZ, ALFREDO - CARRUBBA, GIUSEPPE, L'arte nell'epoca postmoderna. 
          Teoria e poetiche, Università di Bologna, in Atti di partecipazione 
          al "XXII Premio Vasto 87/88 - Arte e Critica d'arte. 
           
          GELSOMINO, LUISELLA - ORLANDI, PIERO (a cura di), Legge Sedici. Note 
          a margine, Architettura/Arte pubblica/Paesaggio, Bologna, Editrice Compositori, 
          2005. 
           
          HEINICH, NATHALIE, La sociologia dell'arte, ed. it. Bologna, il Mulino, 
          2004 (ediz. orig. 2001). 
           
          MAGNAGHI, ALBERTO, Il progetto locale, Torino, Bollati Boringhieri, 
          2000. 
           
          MANOVICH, LEV, Il linguaggio dei nuovi media, ed. it. Milano, Edizioni 
          Olivares, 2002 (ediz. orig. 2001). 
           
          PERRETTA, GABRIELE, Nuova vita o nuova morte del sistema dell'arte ? 
          Un declino che viene da lontano, op. cit. 
           
          POGGIATI, ALESSANDRA, Spazio al nuovo attivismo, in "Arte e Critica", 
          n. 41, Roma, gennaio-marzo 2005. 
           
          SACCO, PIER LUIGI, Rembrant SpA, op. cit. 
           
          SENALDI, MARCO, Per una critica artistica all'economia, in "Work" 
          n. 12, Trento, 2005. 
           
          SMARRELLI, MARCELLO (a cura di), Berlino dieci anni dopo. Intervista 
          alla curatrice Marina Sorbello, in "Exibart.onpaper", Firenze, 
          marzo-aprile 2005. 
           
          VETTESE, ANGELA, Artisti si diventa, Roma, Carocci, 2004 (ediz. orig. 
          1998). 
           
          VETTESE, ANGELA, Ogni maestro ha il suo Prize, in "Il Sole 24 ORE", 
          Milano, 30 gennaio 2005. 
           
          WARBURTON, NIGEL, La questione dell'arte, ed. it. Torino, Einaudi, 2004 
          (ediz. orig. 2003) 
        LINKS 
           
          AA. VV., La sfida del contemporaneo. Spazi e prospettive di formazione, 
          Seminario, incontri a cura di Maria Grazia Messina, TRA ART, Firenze, 
          2003. 
          http://www.cultura.toscana.it/artecontemporanea/realizzazioni/seminari.shtml 
           
          ASSOCIAZIONE CULTURALE NEON 
          Galleria NEON>Campobase - Bologna 
          http://www.flashgiovani.it/arte/a_gall_neon.htm 
          http://www.undo.net/cgi-bin/undo/pressrelease/pressrelease.pl?id=1112949320 
           
          BOART - Progetto che mira a creare una rete per la promozione dell'arte 
          contemporanea tra tutti gli operatori del settore (istituzioni, mondo 
          delle imprese e delle professioni, associazioni, artisti) a partire 
          da Bologna ma anche a livello regionale e nazionale. 
          http://www.bo-art.it 
           
          CIOSCHI, ANDREA, Telefonate interrotte [3]. In che mondo viviamo ?, 
          2004. 
          http://lemale.splinder.com/tag/telefonate_interrotte 
           
          D'ANDREA, PAOLA, Art as a point: Arte Fiera Art First 2005 - Bologna, 
          in "BTA - Bollettino Telematico dell'Arte", 30 marzo 2005, 
          n. 392. 
          http://www.bta.it/txt/a0/03/bta00392.html 
           
          FAGGION, GUIDO, NuoveGenerAzioni al lavoro per la Fabbrica delle Arti 
          Contemporanee. La cultura per lo sviluppo contemporaneo ed originale 
          della città, in "BTA - Bollettino Telematico dell'Arte", 
          28 dicembre 2004, n. 386. 
          http://www.bta.it/txt/a0/03/bta00386.html 
           
          GAI - Associazione per il Circuito dei Giovani Artisti Italiani 
          http://www.giovaniartisti.it/chisiamo.asp 
           
          GO ! to ZO' - Rassegna di arte contemporanea di ricerca, Bologna, 2004/2005 
          Curatori: Andrea Cioschi e Antonio D'Orazio 
          http://www.zocaffe.it/go.htm 
           
          IUAV - Università di Venezia, Facoltà di design e arti, 
          attività culturali c a s T i N g, concorso per artisti visivi. 
          http://www.iuav.it/Facolta/facolt--di1/design/c-a-s-T-i-1/ 
           
          KLARTEXT ! The Status of the Political in Contemporary Art an Culture, 
          op. cit. 
          http://www.klartext-konferenz.net/about.html 
           
          PROGETTO c a s T i N g: selezione di artisti visivi adatti ad essere 
          pubblicizzati attraverso manifesti appesi sui muri di Venezia durante 
          il vernissage della Biennale 2005. La promozione riguarda la persona 
          dell'artista, che viene messa in mostra al posto dell'opera. 
          http://www.artcasting.net 
           
          SACCO, PIER LUIGI, L'insostenibile leggerezza dei giovani artisti. I 
          fattori strutturali che indeboliscono il sistema Italiano, Torino, 2005. 
          http://www.torino-internazionale.org/Page/t07/view_html?idp=2369 
           
          STANZANI, STEFANO, Mercato dell'arte: quanto vale ?, intervista a cura 
          della redazione di Exibart a Stefano Stanzani, responsabile del progetto 
          scientifico del Laboratorio sul Commercio dei Beni d'Arte di Nomisma 
          S.p.A. http://www.exibart.com/notizia.asp?IDCAtegoria=1112&IDNotizia=11958 
           
          TAM TAM, Periodico dell'associazione Torino Internazionale. Sistema 
          dell'arte contemporanea. Torino Internazionale ha avviato un processo 
          di approfondimento delle dinamiche dell'arte contemporanea, Torino, 
          2005. 
          http://www.torino-internazionale.org/Page/t03/view_html?idp=2378 
           
          TEMPI, ALESSANDRO, All that art. Le soglie dell'arte, in "BTA - 
          Bollettino Telematico dell'Arte", 10 gennaio 2003, n. 314. 
          http://www.bta.it/txt/a0/03/bta00314.html 
           
          TONELLI, MASSIMILIANO, a cura di, Artour-o, le fiere in hotel hanno 
          un nome, intervista a Tiziana Leopizzi, gallerista a Genova e direttrice 
          artistica dell'iniziativa "Artour-o". 
          http://www.exibart.com/notizia.asp?IDCategoria=210&IDNotizia=12336 
           
          TRA ART - Progetto per una rete regionale per l'arte contemporanea in 
          Toscana. 
          http://www.cultura.toscana.it/artecontemporanea/progetto/index.shtml 
           
          TRA ART - Tracce per una carta dell'arte contemporanea in Toscana, Provincia 
          di Prato. 
          http://www.cultura.toscana.it/artecontemporanea/rete/tracce_prato.shtml 
          URB_10 - Progetto per la realizzazione di dieci interventi d'arte contemporanea 
          negli spazi urbani di Bologna. 2004/2005. 
          Curatori: Andrea Cioschi e Antonio D'Orazio 
          http://www.urb10.net/ 
           
           
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